Viaggio tra le note, un libro da… ascoltare
Confesso di considerare una fortuna quella di avere tra le mani questo libro di Dario Giardi, edito da Emil (www.ilibridiemil.it). Un testo innovativo che si pone di diritto nel campo dei più blasonati e classici testi di teoria musicale. Il titolo è forse anche troppo “modesto” per quello che, presentato come un Viaggio tra le note, si scopre poi andare oltre la teoria musicale per esplorare invece percorsi più ardui, quelli che hanno a che fare con l’animo umano. Ma capirete meglio di cosa sto parlando andando avanti nella lettura del post.
Molto interessante lo stile del libro, uno stile che rifugge dai manuali noiosi dei “professori di un tempo” e abbraccia invece le più moderne FAQ, le Frequently Asked Questions così diffuse nei blog moderni alle quali l’autore risponde con semplicità tale che appare disarmante, dopo la lettura, rendersi conto di saperne molto di più sull’argomento avendo compiuto in realtà un minimo sforzo! E questo, grazie alla bontà del lavoro di Dario, anche quando magari si crede di conoscere già tutto della materia trattata.
Proprio questo è uno dei motivi per cui consiglio la lettura del libro a cantanti, musicisti e compositori che vogliano approfondire la teoria musicale con la semplicità e la passione che essa merita; ma lo voglio consigliare anche agli autori di testi che, magari poco interessati alle dinamiche tecniche che stanno dietro la composizione, hanno invece molto da apprendere sul colore con cui un testo può “vestire” una particolare scelta armonica del compositore (non solo il contrario, come più frequentemente accade).
La lettura del manuale risulta facile pur affrontando tematiche molto complesse, anzi proprio questo è l’obiettivo – dichiarato – che si è dato l’autore; argomenti quali intervalli, armonizzazione, circolo delle quinte risultano poco ostici anche ai neofiti. Scrive infatti Dario nella presentazione del libro:
Sono stato anch’io, come tanti musicisti, studente di teoria, solfeggio e armonia musicale. E mi sono sempre scontrato con testi che sembravano fatti apposta per infondere insicurezza nello studente e per lasciarlo stanco e demotivato.
Ma il viaggio, come dicevo, va oltre le note, oltre la tecnica, oltre la teoria. Almeno tre aspetti lo confermano, tre concetti riassumibili così: curiosità, ruota solare, appendice 2. Vediamo di capire di che si tratta.
Curiosità.
Tra le circa 200 pagine del libro sono disseminate miriadi di cuorisità. L’autore prende a pretesto gli argomenti tecnici – inevitabili per un testo di teoria musicale – per farci entrare in un mondo nel quale è evidente la grande competenza di Dario, certificata da anni di esperienza e dal diploma in teoria e armonia musicale conseguito al Berklee College of Music di Boston.
Ho preso qualche appunto riguardo a tali curiosità ma vi assicurio che ve ne sono mille altre da scoprire tra le pagine del libro. Per esempio, si può scoprire che esiste un movimento, Rivoluzione Omega, che si batte per il ritorno al “La” a 432 Hz; una frequenza che secondo alcuni (per chi conosce le discipline orientali) è collegata al “chakra del cuore” rispetto al “chakra del cervello” a cui sarebbe invece collegata la frequenza a 440 Hz, standard della musica moderna. O che il tritono, la dissonanza creata dall’intervallo di tre toni, dopo aver subito persecuzioni e diffamazioni nel medioevo, oggi è “riabilitato” dalle sirene della polizia per la sua capacità di richiamare l’attenzione! E, sempre a proposito di dissonanze, scoprirne l’uso “creativo” di un grande pianista jazz come Thelonious Monk. Oppure che esistono definizioni di origine ellenica per le scale modali. Per non parlare delle grandi storie dietro opere come il Guglielmo Tell di Rossini o i Pagliacci di Leoncavallo.
Ruota Solare.
Si tratta di un grande motivo d’orgoglio per l’autore, che giustamente dichiara con fierezza che trattasi di una sua “creatura”.
Il fulcro della ruota solare è il circolo delle quinte. Da qui l’autore sviluppa un grafico grazie al quale è possibile ritrovare a colpo d’occhio, le relative scale minori da un lato, ed il settimo grado dall’altro. Con un semplice ma ingegnoso artificio grafico ideato da Dario, sarà possibile comporre o improvvisare rimanendo nella tonalità di riferimento.
Appendice 2.
Eccoci giunti a quello che mi è venuto spontaneo definire un libro nel libro; l’appendice 2 vive di vita propria, autonoma; opportunamente estesa e approfondita potrebbe rappresentare la base di un futuro lavoro di Dario. E’ tra le pagine di questa sezione che appare ancora più evidente l’andare oltre le note e l’approdo nell’animo umano.
Dario propone un ascolto ragionato di brani – che possono essere opere liriche, composizioni classiche, canzoni jazz e rock non sempre così note – legati in qualche modo ai sentimenti. Alienazione, amore, angoscia, attesa, felicità, frustrazione, gioia, nostalgia, passione, rinuncia, sorpresa, speranza sono solo alcuni tra i sentimenti analizzati. Ma non immaginate per ciascuno di essi un semplice accostamento di pezzi da ascoltare, una banale playlist. Dario presenta storie e curiosità di ciascun brano, storie che possono diventare quelle di ognuno di noi, vuoi perché in ciascuno di quei sentimenti possiamo esserci ritrovati in qualche momento della nostra vita, vuoi perché l’autore ci fa entrare dentro ciascuno di essi al punto da renderli “nostri”! E così sentiamo sulla nostra pelle l’alienazione di Kurt Cobain, l’angoscia dei Pink Floyd di The Dark Side of the Moon, l’attesa nel Nessun Dorma della Turandot di Puccini. Il tutto sempre accompagnato da note tecniche di teoria musicale.
Viaggio tra le note ha tutti i requisiti per entrare di diritto tra i testi adottati da conservatori e scuole di musica di ogni ordine e grado, dove purtroppo come scrive Dario, “vige ancora la convinzione che finché non si imparano le regole, sia inutile sentire musica“.
Studiando le rigide regole della teoria musicale classica, gli allievi troverebbero maggior beneficio (e più divertimento) tenendo questo libro accanto al loro strumento preferito. Un libro da leggere, certo, ma un libro che per i motivi descritti vien voglia anche di “ascoltare”!