Festival del Sole a Cortona
Il 31 luglio si è aperta l’edizione 2010 del Tuscan Sun Festival con un evento dedicato all’Opera e alle sue pagine più belle interpretate da Marcello Giordani e Ekaterina Scherbachenko che debutterà prossimamente alla Scala, accompagnati dall’Orchestra Regionale della Toscana diretta da Gisèle Ben-Dor.
CORTONA (AREZZO) – Quest’anno il Tuscan Sun Festival ha riaperto con un’edizione ancora una volta ricca di grande musica e celebri artisti, ospiti del caratteristico centro d’arte toscano.
Il Festival ‘dei cinque sensi’, voluto dalla grande passione di Barrett Wissman, sia per la musica che per l’Italia, ha inizio quest’anno con un appuntamento dedicato all’Opera. Il tenore siciliano Marcello Giordani e il soprano russo Ekaterina Scherbachenko si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Signorelli per interpretare le più belle pagine della storia della lirica italiana ed internazionale. La data di Cortona anticipa il suo debutto alla Scala.
Marcello Giordani oggi è una delle voci più amate dal pubblico e viene considerato dalla critica di settore dotato di notevole tecnica musicale e presenza scenica. Questo artista, con la sua voce possente e il trasporto scenico che lo caratterizza, riesce a trasmettere brividi che solo i grandi interpreti possono regalare. Le sue esibizioni, nei maggiori teatri in Italia e nel mondo, continuano ad essere apprezzate, anche dai grandi direttori con cui Giordani ha collaborato nel corso degli anni.
Al suo fianco, madrina di questo ‘Gala d’apertura dell’edizione 2010, il soprano Ekaterina Scherbachenko, vincitrice del prestigioso concorso BBC Cardiff Singer of the World nel 2009 e membro del prestigioso Teatro Bolshoi. Oggi è considerata uno dei soprani lirici più talentuosi della sua generazione. L’excursus di ‘perle’ della lirica in programma in questo concerto sarà diretto da Gisèle Ben-Dor, direttrice uruguaiana, nata da genitori polacchi ebrei, oggi cittadina statunitense, presente per la seconda volta di seguito al Festival di Cortona.
Artista di singolare eclettismo e grande talento deve la sua peculiarità alle molteplici esperienze di vita e degli studi che, nel corso della sua vita, l’hanno portata a contatto con culture diverse fra loro, tanto da formarsi in una sfera cosmopolita che ne traccia un particolare profilo artistico e personale.
Gisèle dirige l’Orchestra Regionale della Toscana, ensemble che oggi è noto per la vastità del suo repertorio e per il particolare interesse alla ricerca e alla sperimentazione dell’interpretazione musicale attraverso le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Il concerto si apre con due brani dall’opera di Eugene Onegin, di Piotr Čajkovskij.
L’opera fu tratta dal romanzo omonimo in versi di Alexandr Puskin, ambientato a Pietroburgo e nelle campagne limitrofe intorno al 1820. Questo lavoro costituisce un caso a parte nella produzione di Čajkovskij, che in un momento tormentato della vita si rifugia in un mondo di poesia, conseguendo modi espressivi intimistici e raccolti, propri della malinconica anima russa, lontani dall’enfasi e dalla grandiosità del grand-opéra allora imperante.
L’opera è sottotitolata “scene liriche in tre atti” a sottolineare la dimensione lirico–intimista di un’opera antidrammatica in cui, anziché eventi e effetti teatrali, prevalgono semplicità e poesia. Narra dell’incontro tra due personaggi opposti: Tatiana, che si rifugia in un mondo di fantasia per sfuggire l’ambiente ristretto e soffocante della provincia, e Onegin, che dopo una carriera di cinico seduttore diviene preda della malinconia e della depressione.
Dopo una intensa Polonaise eseguita dall’Orchestra della Toscana, segue la Scena della lettera, interpretata dal soprano, in cui la protagonista, Tatiana, scrive una lettera a Onegin, travolta dall’emozione dell’amore folle. Con la splendida pagina il Lamento di Federico dall’Arlesiana del compositore Francesco Cilea, fa il suo ingresso sul palco anche il tenore Marcello Giordani, che prosegue con l’aria La fleur que tu m’avais jetée dalla Carmen di Bizet.
Si prosegue con altre pagine di Georges Bizet, dalla Suite n° 1 dell’Arlesienne, in cui ancora una volta in primo piano sarà il virtuosismo dell’Orchestra della Toscana, fino al duetto Parle-moi de ma mère, ancora una volta dall’opera Carmen, con la magistrale interpretazione di entrambi i solisti.
La seconda parte del concerto si apre con l’Ouverure dal Don Giovanni mozartiano, ormai un classico della letteratura per orchestra, che lascerà poi spazio ad una selezione di brani dalle più belle opere di Giacomo Puccini, da Bohéme a Tosca.
L’aria celeberrima Sì, mi chiamano Mimi darà la possibilità al pubblico di Cortona di apprezzare il talento e il calore vocale di Ekaterina Scherbachenko. La Bohème è un’opera che è entrata nella rosa dei capolavori della lirica e, nel corso degli anni è stata apprezzata anche da grandi compositori internazionali. Igor Stravinskij così scriveva a proposito di quest’opera: “Più invecchio, più mi convinco che La Bohème è un capolavoro e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello”.
L’esistenza gaia e spensierata di un gruppo di giovani artisti costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda, ambientata nella Parigi del 1830. L’aria che ascolteremo stasera, insieme all’aria Che gelida manina, è la pagina più nota ed ascoltata dell’opera.
Il viaggio tra le perle pucciniane proseguirà con l’interpretazione di Marcello Giordani della romanza di Dick Johnson Ch’ella mi creda libero e lontano da La fanciulla del West. Il compositore scrisse l’opera dopo aver assistito a New York al dramma di Davide Belasco dal titolo The Girl of the Golden West, che lo aveva oltremodo colpito. Ottenuto dall’autore il necessario consenso, incaricò il poeta Carlo Zangarini, cui subentrò in un secondo tempo lo scrittore toscano Guelfo Civinini, di stendere il testo librettistico. Così, dal 1908 al 1910 La fanciulla del West ebbe la luce.
La romanza in programma si trova nel terzo atto dell’opera ed è un canto d’amore che Dick Johnson intona mentre si trova circondato al confine da un gruppo di individui minacciosi, da cui lo salverà la protagonista Minnie. La grande voce di Marcello Giordani continuerà a riempire il Teatro Signorelli con l’aria Donna non vidi mai da Manon Lescaut.
Segue l’elegia per archi dal titolo Crisantemi, composta nel 1890 per la morte di Amedeo di Savoia ma che sopravvisse all’occasionalità poiché il materiale musicale venne usato per il finale della Manon e si presenta come uno dei brani per orchestra più suggestivi di Puccini. Ancora Marcello Giordani incarnerà la passionalità dell’aria del pittore Cavaradossi E lucean le stelle da Tosca, in cui il protagonista, in attesa della sua esecuzione a Castel Sant’Angelo, ricorda i momenti più belli in compagnia di Tosca.
In Si minore, la romanza è aperta da un nostalgico assolo di clarinetto, la cui melodia è ripresa dal tenore, in modo pressoché letterale, a partire dal verso «Oh! dolci baci, o languide carezze».
La melodia di quest’aria è fondamentale nell’intera opera,in quanto si ascolta già nell’ultima parte dell’introduzione all’atto III, torna in forma di breve conclusione orchestrale anche nelle battute finali dell’opera, nel momento in cui Tosca si getta dalle mura del castello.
Dopo un’ultima parentesi di musica strumentale con l’Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, la serata termina con il celeberrimo duetto O soave fanciulla, connubio delle splendide melodie che Puccini affida ai protagonisti Rodolfo e Mimi, dal primo quadro della Bohème.
Questo dunque il taglio del nastro per l’ottava edizione del Festival del Sole, che si snoderà in un viaggio tra i grandi pilastri della storia dell’opera lirica, interpretati da voci uniche, da un’orchestra e da una direttrice di grande fama, nella suggestiva cornice del Teatro Signorelli.
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