Senza pagare di J-Ax e Fedez: come NON si scrive un testo!
Senza pagare di J-Ax e Fedez, coppia ormai consolidata nel panorama della musica rap italiana, è senza dubbio uno dei tormentoni di questa calda estate. Ma è anche una plastica dimostrazione di come non si dovrebbe scrivere un testo!
Prendiamo per buono il messaggio delle parole, assistiti dalla dichiarazione dei due rapper secondo i quali Senza pagare “racconta un’aberrazione tutta italiana, hai raggiunto un certo status non quando hai molti soldi ma quando, in virtù della popolarità, nessuno ti chiede di pagare e puoi scroccare“.
Stendiamo invece un velo pietoso sul video, ambientato tra Foggia, Los Angeles e Milano. Una clip che viaggia, è il caso di dire, dal provincialismo terra terra messo in atto in un mercato cittadino, passando per l’esaltazione del trash che più trash non si può, complice l’ereditiera miliardaria Paris Hilton e, per finire, alla stucchevole celebrazione di Fedez!
Con la partecipazione, in mezzo a cotanto splendore, dei comici Pio e Amedeo e di un altro personaggio della ditta J-Ax/Fedez… “tale” Fabio Rovazzi!
Ciò che però davvero impressiona di tutto il lavoro è la pochezza tecnica del testo! In particolar modo la metrica del testo. Su questo sito abbiamo dedicato un corso alla scrittura di testi tecnicamente professionali dal punto di vista metrico. In una lezione di quel corso (leggi qui), così era scritto:
è importante seguire le regole [grammaticali], anche per evitare quel mal costume (soprattutto dei cantautori moderni) di spostare l’accento tonico delle parole per farle rientrare nel numero di note previste dalla musica. Personalmente, non mi è mai capitato di sacrificare la metrica per rispettare le frasi musicali. Ritengo che sia segno di scarsa professionalità dell’autore.
Tornando a Senza pagare, la parte meno professionale è stata lasciata al ritornello (nelle strofe, eventuali cambi di accento tonico sono “giustificati” dalla peculiare tecnica di scrittura dei testi rap).
Questa è la versione potabile del ritornello:
entriamo senza pagare
come dei calciatori di serie A
ci guarda tutto il locale
ma alla fine nessuno ci toccherà
Se però la canticchiate insieme alla musica, si ottiene una versione corretta con gli accenti… “creativi”. Eccola:
entriamo senza pàgare
come dei calciatorì di serie A
ci guarda tutto il lòcale
ma alla fine nessunò ci toccherà
Tutta un’altra musica eh?
Considerazione finale. La musica è arte e come abbiamo sempre sostenuto, non va imbrigliata nelle regole tecniche; tuttavia, il risultato di tanta “arte” a volte è davvero sgradevole. Senza pagare rientra a pieno titolo in questa categoria. In particolare per ciò che riguarda il ritornello, come abbiamo appena visto.
Poi Senza pagare rimarrà il tormentone dell’estate, farà ballare i giovani, si ascolterà in radio tutta l’estate! Ma tra una buona promozione (ah, il marketing!) e la qualità di un brano, ci sono spesso distanze siderali!
Nel caso di Senza pagare ci sono anche ascoltatori “moderni” abituati ad accontentarsi di poco. Miracoli della musica liquida?