“Fate schifo, molto schifo”. Ecco perché io sto con Emma Marrone!
“Emma lesbica? tutta la verità!”
E’ questo il titolo, con i tipici caratteri cubitali delle riviste di gossip da ombrellone – per non dire di peggio… – che apre la copertina del numero 7 del settimanale Io Spio. La “Emma” del titolo è ovviamente la cantante salentina Emma Marrone, la quale si è vista sbattuta in prima pagina non per le sue prestazioni canore o per notizie riguardanti la musica ma per le sue “presunte” tendenze sessuali.
Emma risponde a stretto giro di posta. O per meglio dire… di social! In un lungo post su Facebook attacca in maniera dura il settimanale:
“Emma lesbica? tutta la verità!”
Adesso ve la dico io la verità.
La verità è che fate schifo, molto schifo!
La verità è che questo paese sta tornando nel Medioevo e l’omosessualità sta diventando un problema da “combattere”.
In queste poche frasi tutti i perché sull’importanza di stare dalla parte di Emma. A prescindere da quello che si pensa della sua musica. A prescindere da quelle che sono le sue preferenze sessuali.
Fare un titolo così – nel 2018 – non significa “avere la coda di paglia” come furbescamente scrive la rivista in questione in una piccata risposta alla cantante. Fare un titolo così significa buttare nel cestino dei rifiuti decenni (se non secoli) di lotta da parte di chi un tempo viveva come un handicap, come anormale la propria sessualità. Fare un titolo così significa non avere rispetto per chi, ancora oggi, vive questa condizione con difficoltà, vuoi per il contesto sociale e culturale in cui si trova, vuoi per una sua debolezza interiore.
Combattere un titolo così è una questione di civiltà. Il motivo lo spiega bene Emma:
Con questo titolo da quattro soldi frutto di un “giornalismo” alla deriva non state ferendo me, che ho le spalle larghe e le vostre cazzate me le metto in tasca da 10 anni.
Con questo titolo avete offeso la vostra dignità in primis e poi quella degli altri.
Con questo titolo avete evidenziato il marciume di questa società ipocrita e razzista.
Non aggiungo altro perché vi commentate da soli.
Un bacio a tutti gli amici “omosessuali”.
Sentitevi liberi sempre e senza nessuna riserva di vivere la vostra vita, i vostri sentimenti e la vostra libertà.
E’ esattamente questo il problema per molta gente. L’impossibilità di vivere in libertà i propri sentimenti. Un titolo da Medioevo come quello di Io Spio si scontra proprio con quei sentimenti. E fa però parte della “società ipocrita e razzista” a cui fa riferimento Emma. Lo vediamo tutti i giorni. La società avanza, il mondo fa passi da gigante, paesi considerati (a torto) molto più indietro di noi riconoscono da anni se non decenni le unioni civili, anche omosessuali, e noi abbiamo una legge “moderna” solo da due anni. Eppure si fa di tutto, da parte di chi ha responsabilità pubbliche, per regredire sul piano di quei diritti; lo si fa con dichiarazioni anacronistiche che non tengono conto della realtà, dell’evoluzione della società.
Viva l’amore senza pregiudizio.
Con i vostri giornali accendiamo il fuoco dell’amore.
E adesso andate a guardarvi allo specchio e vergognatevi.
Coloro che hanno deciso quel titolo (e che scelgono tutte le copertine di quel settimanale, visto il loro tenore…) hanno ancora una coscienza per vergognarsi? A giudicare dalla risposta della redazione di Io Spio ad Emma non c’è molto da sperare:
Non ti abbiamo offesa. Non ci sembra che sia così, non c’è una parola, una frase, un accenno. Nessuno in redazione ha nulla contro i gay, sotto alcun punto di vista. Ma il fatto che tu rispondi con tanta veemenza ad un’accusa che è solo nella tua testa, ci fa pensare che sia tu ad avere problemi in questo senso. Fatti tu una domanda: se reagisci così a una semplice ipotesi, non è che sei tu ad avere la coda di paglia?
Eh no, non hanno capito nulla del post di Emma.
Da registrare la presa di posizione sull’argomento anche da parte di Fabrizio Corona. Io Spio è stata considerata per qualche settimana la “rivista di Fabrizio Corona”. Vi erano stati dubbi addirittura circa il suo eventuale ruolo di editore. Fabrizio Corona ha dunque sentito l’esigenza di prendere le distanze da quel titolo e, con l’occasione, mettere a tacere anche le voci su questo suo coinvolgimento editoriale nella rivista. E lo fa con questo post su Instagram:
Ho collaborato con la rivista suddetta come testimonial.
Non mi occupo ne dei contenuti ne delle copertine. Dinanzi a una cosa del genere posso solo prendere le distanze e dire che mi dispiace molto pur non avendone responsabilità. Ciò che è scritto appartiene al medio evo. La risposta di Emma sarebbe stata la mia risposta.
La netta posizione di uno come Fabrizio Corona, che non è certo noto per i suoi… scrupoli, di sicuro la dice lunga sulla credibilità di una rivista come Io Spio…