Diritto d’autore: il Parlamento europeo approva la nuova direttiva
È stata approvata oggi dal Parlamento europeo la nuova direttiva sul copyright.
Come ricorderete, la direttiva era stata respinta dai parlamentari europei lo scorso luglio. In seguito a intense discussioni e incontri diplomatici, si è giunti oggi al via libera, con modifiche, agli articoli 11 e 13, quelli più controversi del provvedimento.
Cosa prevedono, in breve, questi due articoli della direttiva sul copyright?
Per poter diffondere su internet prodotti editoriali coperti dal diritto d’autore, piattaforme come Facebook e Google News dovranno corrispondere un compenso “equo e appropriato” ai titolari del copyright, stipulando con essi licenze che rispettino tali requisiti.
Di fronte a tali nuove norme, si sono scatenate da tempo le invettive di populisti e servizi online che tutti usiamo quotidianamente, prima fra tutti Wikipedia. In realtà, è bene precisare subito, l’enciclopedia online più famosa è esclusa dalle nuove norme. Per cui è onestamente incomprensibile questa forte presa di posizione.
Quanto detto per Wikipedia vale anche per il materiale scientifico e didattico. Sono inoltre esclusi anche servizi cloud, e-commerce e qualunque operatore online che impieghi fino a un massimo di 250 dipendenti. Com’è facilmente intuibile, si tratta della stragrande maggioranza degli operatori web.
Per tutti vale comunque l’obbligo di rimuovere/modificare i contenuti in caso di richiesta degli aventi diritto.
Probabilmente cambierà il modo in cui condividiamo le notizie sul web. La direttiva vieta infatti la riproduzione di snippet e interi titoli di notizie.
La direttiva, prima di diventare esecutiva, dovrà passare ancora all’esame di Parlamento, Consiglio e Commissione ed essere soggetta ad un nuovo voto del Parlamento Europeo, probabilmente prima della fine di questa legislatura (primavera 2019).
Ricordiamo inoltre che le direttive europee entrano poi in vigore SOLO dopo il recepimento dei singoli stati membri, secondo le modalità ed i tempi da ciascuno decisi; nel frattempo gli stessi Stati non potranno però emanare leggi nazionali in contrasto con esse.
A questo punto sono molto probabili gli incontri tra editori e aggregatori online per decidere tempi e remunerazione di chi crea prodotti editoriali.
La tutela del diritto d’autore passa anche dalla regolamentazione di attività come la condivisione dei contenuti online; non in direzione di un allarme, francamente ridicolo, di bavaglio, quanto verso la giusta remunerazione dei contenuti editoriali originali.