Sanremo 2018: i brani in gara analizzati dal punto di vista lessicale
Navigando sul web alla ricerca di informazioni sui testi in gara nell’edizione numero 68 del Festival di Sanremo, mi sono imbattuto in un esperimento molto interessante condotto da Giorgio Moretti per la testata Fanpage.it. Potete leggerlo qui.
Il linguista fiorentino, classe 1989, co-fondatore del sito “Una parola al giorno” e autore, insieme con Edoardo Lombardi Vallauri del libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015), ripetendo quanto già aveva fatto lo scorso anno, analizza i testi dei venti brani in gara da un punto di vista lessicale, un punto di vista, quindi, meramente “tecnico”.
Il titolo dell’esperimento non lascia molti dubbi sul giudizio che Moretti dà ai testi in gara: il lessico miserabile delle canzoni di Sanremo 2018.
Ma in cosa consiste l’esperimento? Lo spiega lo stesso Moretti:
Ho cercato, canzone per canzone, quali parole non fossero comprese nel Vocabolario di base della lingua italiana di Tullio De Mauro. In altri termini ho usato questo vocabolario, che contiene lo scheletro quotidiano essenziale della nostra lingua (circa 7.000 parole), come soglia suggestiva ma misurabile per valutare la ricercatezza e la poesia di una canzone: insomma, più parole della canzone non sono in questo vocabolario, meglio è.
Più parole della canzone non sono nel vocabolario essenziale della lingua italiana, meglio è. Come si vede, un approccio allo studio dei testi quantomeno originale. Un approccio che però, per quanto “strano” sembra dare risultati molto interessanti. Lo scorso anno infatti, applicando il suo metodo ai brani in gara, Giorgio Moretti stilò questo podio:
- terzo posto: Che sia benedetta (Fiorella Mannoia)
- secondo posto: Vietato morire (Ermal Meta)
- primo posto: Occidentali’s Karma (Francesco Gabbani).
Ricordate il podio finale di Sanremo 2017? Ce lo ricorda lo stesso autore dell’esperimento:
Avevo indicato tre canzoni come le migliori da un punto di vista lessicale: quella che indicavo come migliore ha vinto, la seconda è arrivata terza vincendo però il premio della critica, la terza è arrivata seconda.
A questo punto “mi” pongo e “vi” pongo una domanda: il metodo esclusivamente “tecnico” sviluppato da Giorgio Moretti può diventare indice del valore “artistico” di una canzone? E’ ovvio che la canzone non sia solo testo e che ogni brano vada ascoltato, valutato e giudicato nel suo complesso. Tuttavia, come afferma lo stesso Moretti, il testo:
E’ una parte evidente e molto eloquente: nella canzone concetti e pensieri sono veicolati solo dalle parole. […] Una canzone, per essere bella, per essere un pezzo d’arte dignitoso, non deve essere lessicalmente difficile – e lo stesso vale per la poesia. Ma non può nemmeno essere composta solo di immagini e parole miserabili: se si usano coralmente sempre gli stessi termini e le stesse figure di pensiero si ha un problema di fantasia – compatibile forse con l’artigianato, non con l’arte.
Intanto per Sanremo 2018 possiamo divertirci puntando la nostra attenzione su questi quattro brani:
- Una vita in vacanza (Lo Stato Sociale);
- La leggenda di Cristalda e Pizzomunno (Max Gazzè);
- Lettera dal duca (Decibel);
- Arrivedorci (Elio e Le Storie Tese).
Sono i testi migliori secondo Moretti. Vedremo se il suo “metodo” risulterà infallibile anche quest’anno.