Recensione di Mise En Abyme, il disco dei Lady Reaper: il metal parla italiano
Si intitola Mise En Abyme ed è uscito il 27 Aprile 2018 il nuovo disco dei Lady Reaper, gruppo italiano nato a Roma nel 2012 (li abbiamo conosciuti qui. Il quintetto ha debuttato con il primo album nel 2015 ed ha suonato dal vivo con Gus G, Manilla Road, Grim Reaper, Savage, Demon, Rain e Grave Digger.
Questo secondo album è caratterizzato da un metal classico dalle tonalità hard rock, che richiamano – tra gli altri – Saxon, Iron Maiden, LED Zeppelin e Black Sabbath. Lo abbiamo ascoltato per voi.
Il disco, uscito su etichetta Valery Records, colpisce per la qualità della produzione nonché per composizioni e testi. Riff, sound incalzante, arrangiamenti di altissimo livello. E’ quasi riduttivo parlare di band emergente davanti a tale perizia e complessivo livello artistico di questo lavoro.
Nel titolo di questa recensione abbiamo scritto “il metal parla italiano”. Non si tratta certamente dei testi, in inglese, fedeli alla tradizione metal nonché alla musicalità del genere, quanto della capacità della band di interpretare un genere certamente non troppo diffuso tra gli artisti del nostro Paese.
Eppure il metal – l’heavy metal – dei Lady Reaper è solo l’aspetto esteriore, quello più evidente, quello che ti colpisce allo stomaco e ti si presenta davanti portando con sé un carico di arte e richiami alla musica classica e ad opere di cinema e letteratura ottocentesca.
Il sound è di altissimo livello e collocano il progetto dei Lady Reaper nel contesto internazionale senza temere di sfigurare, anzi! Al di là dei riferimenti ad altri artisti, sopra citati, è naturale che ascoltando i Lady Reaper vengano in mente colonne portanti del metal internazionale, a cominciare da Black Sabbath e Ozzy Osbourne e, per molti aspetti, anche Marilyn Manson. Tuttavia, non ci sembra il caso di limitare o “ingabbiare” in confini precostituiti e rigidi il gruppo italiano che, invece, può vantare un sound del tutto personale e fuori dagli schemi classici.
Tutti i nove brani danno un filo logico al sound complessivo del disco ma sono anche potenziali singoli sui quali, oltre a chitarre e arrangiamenti, svetta la voce calda e decisa di un Simone Oz Calderoni in forma strepitosa.
Dopo la partenza sorprendente di To The Abyss (“silence, silence please… the show is about to begin”…) il disco prosegue in un crescendo sempre più coinvolgente e trascinante… “from abyss to hell!” fino alla splendida Headless Ride che ci porta alla degna conclusione del disco e mette a tacere le emozioni provate durante l’ascolto.
O forse no?
Se pensavi che l’ultima canzone fosse la via d’uscita, ti sbagliavi!
L’ultimo giro ti ha riportato all’inizio, in un cerchio onirico che non ha fine, che non conclude mai: sei entrato in uno specchio riflesso in un altro….
Il disco dei Lady Reaper – oltre che da ascoltare – è un gioiellino tutto da guardare. Un libretto con tutti i testi (e non solo…) disegnato in maniera strepitosa e ad acquerello da Umberto Stagni (su Pastavolante.it il portfolio delle sue opere… non male eh?). Un’opera che da sola vale il prezzo del disco e fa (o dovrebbe far) rinunciare ad accontentarsi del formato .mp3. Potrete vederne qualche pagina nelle foto a corredo di questa recensione.
Tracklist:
1 To the Abyss (1:41)
2 The Eternal Carnival (4:31)
3 Abracadabra (2:55)
4 Another Me (5:12)
5 Fragments (6:03)
6 Buried in my Dreams (7:15)
7 Stop the Mops (5:13)
8 Mr Nick: Diabolical Bets (12:24)
9 Headless Ride (8:52)
Line-up:
Simone Oz Calderoni – voce
Federico Red Arzeni – chitarra, cori
Stefano Jekyll Coggiatti – chitarra elettrica/acustica, tastiere, cori
Gabriele Gimi Grippa – chitarra acustica, basso, tastiere
Berardo Bear Di Mattia – batteria, percussioni
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