Lettera a Stefano D’Orazio
Caro Stefano,
e così hai scelto anche tu questo brutto 2020 per andartene. Per me non sei semplicemente un personaggio famoso che ci lascia. Tu sei un pezzo della mia infanzia, sei parte dell’alchimia che mi ha fatto amare la musica dei Pooh fin da quando vi ho ascoltato per la prima volta in una musicassetta.
L’addio a te, Stefano, non è soltanto l’addio al grande e storico batterista dei Pooh. Tu eri anche l’autore dei testi, un artigiano delle parole, insieme allo storico fondatore del gruppo, batterista come te, Valerio Negrini.
Due autori diversi ma entrambi capaci di donare un’anima alla musica degli altri Pooh, compositori di splendide melodie divenute immortali anche grazie ai vostri versi.
La notizia della tua morte mi ha colpito al cuore di prima mattina. Ho acceso lo smartphone sperando di leggere della vittoria elettorale di Biden. E invece no. Per quella ho dovuto attendere il pomeriggio. Invece per scoprire di dover dire addio ad uno dei musicisti dei miei “tempi migliori” sono bastati purtroppo pochi secondi.
In quegli attimi la mia mente ha raggiunto il lontano 1997, quell’esperienza al CET di Mogol in cui ebbi l’onore di averti come docente al primo corso autori SIAE. In quell’occasione hai scoperto questo vostro fan che conosceva a memoria l’anno di uscita di tutti i vostri dischi. Lì, senza vergogna, io così timido soprattutto allora che avevo solo 22 anni, cantai davanti a te il testo di una mia canzone. Mi ricordo di una pausa trascorsa sul divano accanto a te. Avevi dei fogli e prendevi appunti. Qualche settimana dopo capii che stavi lavorando a Brava la vita, l’inedito di Best of Pooh, la raccolta uscita nel novembre di quell’anno. Mi proponesti di chiamare la tua segretaria e venire a Roma da te. Non l’ho mai fatto. L’unico rimpianto di quella esperienza oggi urla dentro di me ancora più forte!
Ho pensato tanto ai brani scritti da te che più hanno inciso nella mia vita. Ma come si fa a scegliere? Hai (avete!) scritto capolavori indelebili, per cui mi sono affidato ai primi che mi sono giunti in mente.
La ragazza con gli occhi di sole, struggente e malinconica. Poetica fin dal titolo. Sono cresciuto con questo brano, tra i primissimi a farmi innamorare di voi. Sognando, da ragazzino, di incontrare un giorno quel viso con gli occhi di sole.
E poi, come non citare Cinquanta primavere? Non ho mai dimenticato la dolcezza delle parole che hai dedicato ai tuoi genitori. Una generazione di amori che duravano davvero per sempre. Per questo la dedicavo anche ai miei, perché fatti della stessa pasta, tutte le volte che la sentivo!
Tanti anni di vita insieme ai Pooh sarebbe riduttivo riassumerli in queste poche righe. Non sei stato solo musicista e autore. Sei stato un manager a 360 gradi. Hai ideato e gestito eventi, hai scoperto talenti, hai avuto il coraggio, prima di tutti, di capire che era giunto il momento di dire… Stop! Sei stato il primo a fermarsi. E facendolo ci hai dato un immenso dolore, Stefano. Lo sapevi, per questo hai scritto quella lettera a tutti noi… Poohlovers. Hai detto: “Sono al capolinea. Sto per scendere dalla grande astronave luminescente e fortunata che per tanti anni mi ha trasportato oltre le mie aspettative”.
E come chi ama davvero noi non ti abbiamo capito ma rispettato, compreso, stimato forse più di prima. Forse perché in fondo al nostro cuore la speranza di rivedervi ancora insieme non si era mai davvero spenta. E del resto è accaduto…per L’ultima notte insieme la reunion per i 50 anni dei Pooh che nel 2016 ha fatto di nuovo battere forte i nostri cuori per voi.
Ma stavolta no. Stavolta sei sceso davvero dall’astronave. Stavolta i Pooh si sono sciolti davvero per sempre. Io non so cosa ci aspetti dopo la morte. Di sicuro lo hai scoperto tu adesso. E di sicuro, avrai già incontrato Valerio. Allora adesso incrociate le vostre bacchette e poesie. Scrivetene di nuove. E non smettete mai di battere il ritmo all’unisono con l’universo.
Noi ci spelleremo ancora le mani da qui. Fa ancora più freddo. Ma ci scalderanno il cuore i vostri doni, le vostre canzoni. La musica non si fermerà e i tempi saranno ancora caldi e migliori, perché ci porteremo dentro per sempre un pezzo di voi.
Arrivederci Stefano!
(e un abbraccio forte a voi, Roby, Red, Dodi, Riccardo)
Domenico A. Di Renzo, 08.11.2020
L'immagine del post è tratta dal sito ufficiale di Stefano D'Orazio (www.stefanodorazio.it/)